Il gatto nell'erba


Davanti alla finestra non penso a niente di particolare. Vedo un remoto passato e un futuro che mi procura una sottile angoscia. Di notte sogno, sogni strani, che svaniscono al risveglio. Sul davanti la casa, alla fine di un viottolo, c’è un prato.

Su questo vi sono due ciliegi. Uno più piccolo e defilato, l'altro sta in centro. Quello centrale è grande e grosso, ma i suoi frutti non sono buoni da mangiare. Come certa gente, sono solo apparenza e quando li hai provati sono senza sapore, e per di più cattivi.

Fioriti sono uno splendore. Il mio personale Giappone. In Giappone non ci sono mai andata, ma mi affascina moltissimo la sua cultura e la sua storia. Avevo un libro, in tempi non sospetti, che parlava della società giapponese, più di vent'anni fa. Per dire, che non risale all'altro ieri. Ero stata in Cina, e l'anno dopo avevo in programma di andare in Giappone. Poi mi sono ammalata gravemente. Ma questa è un'altra storia, vi dirò in un altro momento, o non ne parlerò affatto.

Ora sono passati dieci anni e chissà mai se ci andrò.

Del Giappone, mi intriga la cerimonia del the, che è una polvere verde ramarro. Mescolata con acqua dà una sorta di pappetta difficile da mandar giù, dal sapore vagamente amarognolo. Lo so che in Giappone ci sono diversi the, quello verde in polvere è quello che preferisco. Gli altri the hanno uno strano gusto di alga. E che dire delle geishe, tutti i libri sul Giappone, ne parlano. Con le loro faccette dipinte, sono ridondanti nell'abbigliamento, ma astratte come se guardassero sempre un giardino zen o ciliegi in fiore.

Ora questo gatto stava nell'erba alta, nel prato, dove ci sono i due ciliegi, si vedeva parte della testa e della coda che muoveva con ritmo, su e giù, come se avesse in mente un ritmo sincopato.

Questo gatto se ne stava tranquillo e rilassato, senza nessun pensiero al mondo, tranne che godersi la sua siesta. Penserete che ho fatto degli studi sui gatti, invece non so niente, proprio niente. Ma quando vedo un gatto, so capire il suo stato d'animo, perché il gatto nella sua interezza di gatto, somiglia a una persona e, come una persona, va capita. Aveva, sicuramente fatto una scorpacciata di erba gatta e si voleva riposare un tantino.

Qui i gatti sono curati moltissimo, raggiungono dimensioni notevoli. Ci sono gatti che sembrano leoni, pacifici e innocui leoni, o tigri. Non si scompongono mai, se tu li incontri per vie di questo borgo, non ti degnano neppure di un 'occhiata, passano indifferenti, solo come i gatti sanno fare. Non come i gatti di città, che se la vedono brutta in ogni caso. Ma quella è la città tentacolare, come si suole definire ogni città che si rispetti. Solo i gatti di casa ricevono amorevoli cure.

Qui i gatti sono liberi di andare dove più gradiscono, al sole, se c'è sole, accanto al camino se fa freddo, o in un prato, come stava facendo il nostro gatto.

Adesso penserete che ci sono cose più importanti che parlare di uno stupido gatto. Parlare per esempio della fame nel mondo ma, se volessero risolvere questo problema tutti i governanti, nessuno escluso, di ogni fede, religione o razza, si dovrebbero a parer mio, mettere a fare una dieta per un anno. Una dieta che consista di pura aria. Così vedrebbero le cose con più chiarezza, non facendosi prendere da avidità, potere e denaro. Anche questa è una utopia.

Ieri nel pomeriggio c'è stato un violento acquazzone che ha ridotto i miei poveri ciliegi a un ammasso di foglie e fiori bianchi. Petalo per petalo, foglia per foglia. Così finisce anche la bellezza. La bellezza di un albero, nel massimo splendore della sua fioritura.

Anche quella dell'umana specie, senza che si possa fare niente per fermare il tempo.

Gli alberi soltanto hanno infinite primavere. Ciao gatto!

ANDROMEDA