Riuscire a convivere con la sclerosi multipla

Io ero una persona molto positiva e sempre attiva. Mi bastava guardare qualsiasi mestiere per capire come si fa, di questo andavo fiera.

Un lunedì di Pasqua 1989 non riuscii più ad alzarmi, da allora la mia vita cambiò, tra poussé, ospedale e cortisone, la accettai comunque. Così a poco a poco, eliminai tutte quelle cose che mi piacevano tanto, cioè le gite in montagna e le arrampicate che mi portavano sulla cima per ammirare meravigliosi panorami, assaporando i vari colori di Madre Natura che mi portavano a dire: “grazie Signore per queste meraviglie!”

Rinunciai ad andare in bicicletta da corsa: ricordo un giorno mentre eravamo di passaggio in un paese, c’era un traguardo e anche della gente, io ero davanti a mio marito e loro che urlavano “vai…vai…sei prima!” che spasso!
Deposi gli sci da fondo e da discesa, ma la rinuncia più grossa fu di smettere di suonare la fisarmonica.
Nonostante tutto rimase il mio ottimismo. Se non altro queste cose io le ho fatte!

Quello che più fa male sono le frustrazioni dovute al continuo scontro con le barriere architettoniche, l’indifferenza di certa gente che parcheggia l’auto nei luoghi a noi riservati e se vengono ripresi hanno anche la faccia tosta di risponderti: “Oh! Mi scusi non l’ho visto”.

Tanti atteggiamenti ti fanno sentire diversa! Te lo fanno notare che sei diversa.
Allora l’unico modo è di combattere e farsi sentire: ci siamo anche noi!

Sono passati ormai 20 anni da quando mi è stata diagnosticata la malattia e ho imparato ad avere più pazienza e serenità per riuscire a convivere con la sclerosi multipla.

Io comunque mi sento una donna fortunata, ho un marito che mi segue e mi vuole bene scrivendomi delle poesie quando sono in ospedale.

Naighi