Caro Babbo Natale,...


La città cambia volto, si prepara per la festa, vestendosi di luci e lustrini di ogni genere, e sfida a colpi di sciabola chi la magia che avvolge l'intero periodo non la sente più.

La vittoria è senz’altro del genitore che in seguito a un incidente ha perso il figlio, del bambino che piange perché “la mamma è volata in cielo”, del ragazzo affetto da una malattia degenerativa, dell’artigiano costretto a “chiudere bottega” per via della crisi, della famiglia che ha perso tutto in una frana o in un terremoto. E come potrebbero non avere la meglio? Cosa importa di un abete addobbato, quando la sofferenza lacera dentro?

Beh, vale però la pena affermare che Natale non è semplicemente un’occasione per far girare l’economia… Aldilà di colossali alberi che seguono la moda del momento, aldilà di panettoni che ti farebbero vendere anche l'anima, aldilà di lenticchie e cotechino, aldilà dei mille "babbi Natale" che all'ingresso dei supermercati ti augurano buone feste intonando l'allegra, conosciuta canzoncina, aldilà dello shopping e dei lucenti pacchetti rossi o dorati che ti stordiscono, aldilà dei film in tv proposti e riproposti,aldilà del coro dell'Antoniano... c'è la Speranza!

C'è la speranza di milioni di bambini che scrivono dei loro desideri a Babbo Natale, di milioni di adulti che auspicano al riscatto altrui e personale. C'è dunque chi spera che il proprio debito venga condonato, chi spera di trovare lavoro, chi spera che la persona amata torni sui suoi passi, chi spera di poter dar vita a un figlio, chi spera di riuscire a passare la spugna su un ricordo doloroso, chi spera in un nuovo rene, chi spera che il futuro possa somigliare al passato, chi spera di non doversi accontentare,chi spera che presto una cura ai “mali terreni” venga trovata.

Io mi accodo a quest’ultimi, rivolgendo tutte le mie speranze nella conquista della Fiducia. “Dio veste l’erba del campo che oggi c’è e domani si getta nel forno”, perciò mi convinco che un grande male davvero affligga la Terra: cos’è che porta l’uomo a credere che Dio non abbia in servo il meglio per lui? È un padre.

Da piccola correvo a lungo intorno al tavolo, seguita da papà, armato di sciroppo e cucchiaio; io, ovviamente, non volevo la medicina… lui, ovviamente, voleva che la prendessi. Era amara e andava giù a fatica. Eppure mi guariva...

Ecco. Supponiamo che Dio voglia guarire l’anima dell’uomo. Magari, per farlo, ha bisogno di propinargli una medicina “amara e difficile da mandar giù”. Se solo l’uomo avesse un po’ di fiducia in Lui, capirebbe che quella che gli sembra un’atroce punizione o la più intollerabile delle ingiustizie, potrebbe in verità essere il dono di un padre che sa quello che fa.

Io non so perché a qualcuno sia concesso di tappare il naso per non sentirne l’odore o perché alcuni possano “cavarsela” con uno buono sciroppo alla fragola. So, però, cosa vorrei trovare sotto l’albero...

Vorrei trovarci la Fiducia. Vorrei riuscire a fidarmi pienamente di mio Padre, vorrei che chi soffre potesse riuscirci. Lo desidero con tutto il cuore.

Perciò, che questo Natale segni la rinascita della Speranza e della Fiducia e non soltanto il ricordo (“inquinato”) della nascita del Verbo fatto carne. Che tutti voi possiate avere fede in un Padre che ci ama, malgrado talvolta la Sua manifestazione d’affetto discosti dai canoni umani.

Buon Natale!

Chiara Ferrante